Delega ai dirigenti per l’erogazione delle sanzioni disciplinari per docenti ed educatori: il no dell’Unicobas Lombardia.
I rischi di una delega ai dirigenti scolastici
Delegare ai dirigenti scolastici l’autorità di erogare sanzioni disciplinari gravi, come la sospensione, può portare a diversi rischi:
- Conflitto di interessi: Il dirigente, essendo parte integrante delle dinamiche relazionali della scuola, potrebbe essere influenzato da questioni personali o lavorative nel valutare eventuali sanzioni. Questo rischio diventa particolarmente rilevante in situazioni di conflitti interni o divergenze di opinione tra il dirigente e i docenti.
- Compromissione del rapporto di fiducia: Il ruolo del dirigente scolastico dovrebbe essere quello di guida e mediatore all’interno dell’istituto. Assegnargli anche la facoltà di sanzionare direttamente i propri collaboratori potrebbe incrinare il rapporto di fiducia tra docenti e dirigente, generando un clima di tensione e sfiducia.
- Mancanza di oggettività: L’attribuzione del potere sanzionatorio ai dirigenti scolastici rischia di compromettere l’oggettività del processo disciplinare. Le dinamiche interne alla scuola, infatti, possono influenzare la percezione dei comportamenti dei docenti, rendendo difficile per il dirigente prendere decisioni completamente imparziali.
- Aumento dei contenziosi: La possibilità che un dirigente possa erogare sanzioni potrebbe portare a un aumento dei contenziosi, con docenti ed educatori che si sentirebbero legittimati a contestare le decisioni sanzionatorie per sospetti di parzialità o abuso di potere.
Delega ai dirigenti: l’importanza di un organo terzo per l’erogazione delle sanzioni disciplinari a docenti ed educatori, il ruolo della Corte di Cassazione
Nel sistema scolastico italiano, il tema delle sanzioni disciplinari nei confronti di docenti ed educatori è un argomento di grande delicatezza. Negli ultimi anni si è acceso un dibattito riguardo alla possibilità di delegare ai dirigenti scolastici il compito di erogare tali sanzioni, ma esistono forti motivazioni per cui questo ruolo dovrebbe essere attribuito esclusivamente a un organo terzo, imparziale e indipendente dalla figura del dirigente. Un esempio significativo in questa direzione è rappresentato dalla sentenza della Corte di Cassazione n. 28111/2019, che stabilisce chiaramente che le sospensioni siano di competenza esclusiva dell’Ufficio Procedimenti Disciplinari (UPD) presso gli Uffici Scolastici Regionali.
La sentenza della Corte di Cassazione n. 28111/2019: un punto fermo
La sentenza della Corte di Cassazione n. 28111/2019 ha segnato un punto decisivo nella regolamentazione delle sanzioni disciplinari per il personale scolastico. Il principio stabilito è che i dirigenti scolastici non possono erogare sanzioni di sospensione ai docenti. Tale compito spetta esclusivamente all’Ufficio Procedimenti Disciplinari (UPD). Questo organo, presente presso gli Uffici Scolastici Regionali, è incaricato di gestire in modo imparziale e indipendente i procedimenti disciplinari che possono portare a sanzioni gravi, come le sospensioni.
La decisione della Cassazione nasce dalla necessità di garantire un equilibrio tra l’autorità del dirigente scolastico e i diritti dei docenti, evitando possibili conflitti di interesse o abusi di potere. Il rischio, infatti, è che una gestione diretta delle sanzioni da parte dei dirigenti possa compromettere la serenità dell’ambiente lavorativo e la fiducia nel sistema disciplinare, soprattutto in situazioni di conflittualità o divergenza tra dirigente e docenti.
Delega ai dirigenti: la centralità di un organo terzo per imparzialità e trasparenza
L’attribuzione delle sanzioni disciplinari a un organo terzo, come l’UPD, garantisce la neutralità e l’imparzialità del processo. Il dirigente scolastico, essendo una figura interna alla scuola, è direttamente coinvolto nella gestione quotidiana delle dinamiche dell’istituto. Questo legame stretto con la realtà operativa e relazionale della scuola può rendere problematica l’assegnazione a lui del compito di sanzionare i propri dipendenti.
Un organo terzo esterno alla scuola assicura che il processo disciplinare venga condotto senza influenze personali o situazioni di potenziale favoritismo o pregiudizio. La sua funzione è quella di applicare le norme in maniera oggettiva e trasparente, garantendo il rispetto dei diritti di tutte le parti coinvolte. Questo approccio non solo tutela il personale scolastico, ma anche la figura del dirigente, preservandone l’autorevolezza senza gravarlo di responsabilità che potrebbero intaccare il rapporto fiduciario con i docenti.
L’Ufficio Procedimenti disciplinari: una garanzia di imparzialità
L’Ufficio Procedimenti Disciplinari (UPD), essendo un organo esterno alla scuola, rappresenta una soluzione adeguata per garantire imparzialità e trasparenza nei procedimenti disciplinari. Gli UPD hanno il compito di gestire le indagini sui comportamenti del personale scolastico e, laddove necessario, adottare le misure sanzionatorie previste dalla legge.
Affidare a un organo terzo queste funzioni assicura che ogni caso venga valutato in maniera oggettiva, evitando potenziali influenze esterne che potrebbero distorcere la valutazione. L’UPD agisce in conformità con le normative nazionali, valutando le situazioni in modo uniforme su tutto il territorio nazionale, garantendo così una giustizia disciplinare equa e conforme alle leggi vigenti.
Delega ai dirigenti: conclusione
Il dibattito sull’attribuzione delle sanzioni disciplinari nel mondo scolastico è fondamentale per garantire un ambiente di lavoro sereno e giusto. La sentenza della Corte di Cassazione n. 28111/2019 ha chiaramente indicato che la gestione delle sanzioni più gravi, come le sospensioni, deve essere riservata a un organo terzo, l’Ufficio Procedimenti Disciplinari (UPD), che agisce in maniera imparziale e indipendente.
Delegare tali compiti ai dirigenti scolastici rischierebbe di minare la fiducia nel sistema disciplinare, creando tensioni inutili e potenziali abusi. Un organo esterno come l’UPD assicura una gestione equilibrata e neutrale, fondamentale per garantire che le sanzioni vengano applicate con equità e trasparenza, salvaguardando i diritti di docenti ed educatori e preservando l’integrità del sistema scolastico.
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