Divorzi e separazioni l’ingiustizia dell’affido prevalente alla madre: un sistema da cambiare

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Divorzi e separazioni: l’Ingiustizia dell’affido prevalente alla madre: un sistema da cambiare.

Nel contesto delle separazioni e dei divorzi, una delle ingiustizie più evidenti è la tendenza, ancora troppo radicata nel sistema giuridico, di assegnare l’affido prevalente dei figli alla madre. Circa il 90% dei padri si trova a subire questa disparità, che non solo lede il loro diritto di essere genitori a pieno titolo, ma danneggia profondamente il diritto dei figli a una bigenitorialità equilibrata. Questa pratica, che continua a essere supportata da una forma mentis retrograda, ignora il ruolo cruciale che il padre riveste nel processo di crescita del minore e rappresenta una sfida importante per la giustizia familiare.

L’Affido prevalente alla madre: una visione superata

La prevalenza dell’affido dei figli alla madre è frutto di un retaggio culturale che vede ancora la donna come figura primaria nell’educazione dei figli. Questa visione, però, non tiene conto dei cambiamenti sociali e culturali che hanno modificato profondamente il concetto di genitorialità negli ultimi decenni. I padri di oggi sono molto più coinvolti nella vita dei loro figli rispetto al passato, partecipando attivamente alla loro crescita, educazione ed emotività. Nonostante questo, i tribunali tendono ancora a favorire la madre, in una visione ormai antiquata che relega l’uomo a un ruolo secondario.

Questa mentalità non considera il fatto che, nella maggior parte dei casi, i padri desiderano essere presenti quanto le madri nella vita dei propri figli. Separazioni e divorzi non dovrebbero privare il bambino della figura paterna, eppure questo è spesso il risultato di decisioni giudiziarie che optano per l’affido prevalente alla madre. Riducendo i padri a figure marginali nella vita dei loro figli.

L’importanza del ruolo paterno nella crescita

Il padre gioca un ruolo essenziale nello sviluppo emotivo, sociale e psicologico dei bambini. Numerose ricerche dimostrano come la presenza attiva di entrambi i genitori sia fondamentale per il benessere dei figli. Il padre offre modelli di comportamento differenti rispetto alla madre, contribuendo alla formazione di un equilibrio emotivo e psicologico che solo la bigenitorialità può garantire.

Inoltre, i padri sono spesso promotori di autonomia e indipendenza nei figli. La loro presenza costante aiuta a creare un ambiente di sicurezza, favorendo l’autostima e la fiducia in se stessi. La collaborazione tra i due genitori permette ai figli di vedere diversi modelli di gestione delle difficoltà, relazioni e responsabilità. Elementi essenziali per crescere in modo armonioso e consapevole.

Privare il bambino di una figura paterna presente e coinvolta, in favore di un affido prevalentemente materno, significa negare questa ricchezza educativa e affettiva. Si crea un disequilibrio che può avere conseguenze negative a lungo termine, influenzando lo sviluppo emotivo e relazionale del minore.

Divorzi e separazioni: il diritto alla bigenitorialità: un principio fondamentale

Nel 2006, l’Italia ha adottato la legge 54 sulla bigenitorialità, che sancisce il diritto del bambino di mantenere rapporti equilibrati e continuativi con entrambi i genitori, anche dopo la separazione. Tuttavia, questa legge, sebbene sulla carta rappresenti un grande progresso, nella pratica viene spesso disattesa. Il principio di bigenitorialità non è rispettato quando, nella maggior parte dei casi, i giudici tendono a collocare il minore con la madre, limitando il ruolo del padre a un “genitore di visita”.

Il diritto del minore a godere della presenza di entrambi i genitori dovrebbe essere sacro, indipendentemente dal sesso dei genitori stessi. La giustizia familiare dovrebbe focalizzarsi su ciò che è veramente nell’interesse del bambino: non la prevalenza di una figura genitoriale sull’altra, ma l’accesso a entrambe in maniera equa e continuativa. L’affido condiviso non dovrebbe essere un’eccezione, ma la regola. Con soluzioni che favoriscano la parità di tempo e di responsabilità tra i genitori, a meno che non vi siano prove concrete di comportamenti dannosi per il minore.

Divorzi e separazioni: un sistema che penalizza i padri

Molti padri si trovano a lottare contro un sistema che li penalizza a priori. Nonostante la loro disponibilità e capacità di essere genitori responsabili, la legge e la mentalità di molti tribunali tendono a trattarli come figure marginali. Il risultato è che molti padri sono costretti a una relazione ridotta e sporadica con i propri figli, limitata a pochi giorni al mese, spesso con gravi conseguenze sul piano emotivo sia per il genitore che per il bambino.

Questa situazione è aggravata dalla convinzione diffusa che la madre sia più adatta a prendersi cura del minore. Una convinzione che non riflette più la realtà contemporanea. I giudici dovrebbero valutare caso per caso, basandosi su criteri oggettivi e non su stereotipi di genere, considerando anche il desiderio del padre di essere presente nella vita del figlio.

Alienazione parentale con l’affido prevalente alla madre a farne le spese sono i figli e il padre

Un fenomeno preoccupante che si manifesta in molte separazioni è l’alienazione parentale. Una forma di manipolazione psicologica che una delle figure genitoriali, spesso la madre (trascorrendo più tempo con i figli) , esercita sui figli per allontanarli dall’altro genitore, in questo caso il padre. Le percentuali di alienazione parentale sono allarmanti. In numerosi casi di separazione conflittuale, si stima che questa dinamica si verifichi in una percentuale significativa, con alcune ricerche che suggeriscono numeri superiori al 40%. Questo comportamento può portare a gravi danni emotivi e psicologici nei minori, che vengono indotti a sviluppare un’immagine distorta e negativa del padre. Compromettendo il loro rapporto e privandoli del diritto a una relazione sana e affettiva con entrambi i genitori. La mancanza di interventi adeguati da parte del sistema giuridico contribuisce a perpetuare questa situazione. Rendendo la lotta dei padri contro l’alienazione parentale un percorso lungo e difficile.

Divorzi e separazioni: verso un cambiamento necessario

È giunto il momento di un cambiamento radicale nell’approccio all’affido dei minori. La società è cambiata, e così deve fare anche il sistema giudiziario. L’affido condiviso, che garantisca una reale parità tra madre e padre, deve diventare la norma. Solo attraverso una presenza equilibrata di entrambi i genitori il minore potrà crescere in un ambiente stabile e sereno, senza dover subire le conseguenze di decisioni che, pur dettate dalle migliori intenzioni, si basano su pregiudizi e stereotipi.

Le riforme devono andare nella direzione di un riconoscimento concreto del ruolo fondamentale del padre nella crescita dei figli. È necessario formare i giudici e gli operatori del settore familiare per evitare che continuino a prendere decisioni basate su vecchi modelli culturali. Per garantire che la giustizia sia davvero a favore del bambino e del suo diritto di avere una relazione sana e completa con entrambi i genitori.

Conclusione

L’affido prevalente dei figli alla madre, basato su stereotipi di genere e una visione antiquata della genitorialità. Rappresenta una grave ingiustizia nei confronti dei padri e un danno per i figli stessi. È tempo di cambiare questa mentalità retrograda e di abbracciare pienamente il principio della bigenitorialità. Solo garantendo la presenza equilibrata di entrambi i genitori, i bambini potranno godere di un ambiente affettivo ricco e stabile, condizione essenziale per una crescita sana e armoniosa.

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