Scuola 3.0 più: zero che tre!
Benvenuti nella scuola 3.0 ma senza la spina . C’è chi parla di intelligenza artificiale, chi di metaverso, chi di rivoluzione digitale e poi invece ci sono le scuole, non tutte per fortuna, dove la realtà è molto più ridotta. Prendiamo un insegnante che arriva il primo giorno in una scuola nuova, magari di città, tutto pieno del suo entusiasmo, pronto ad usare tra i suoi strumenti la didattica digitale.
Scuola 3.0
E si accorge che il computer non c’è e se vuole lavorare in classe deve portarselo da casa, come se fosse il pranzo a sacco. E la lim questa creatura mitologica che avrebbe dovuto rivoluzionare la didattica? Funziona, sì ma solo fino ad un certo punto, perchè non dialoga con la stampante, non parla con altri dispositivi. E la penna touch? Senza punta! Quindi l’insegnante può sempre spiegare a gesti, con un tocco di teatro improvvisato.
Scuola 3.0
E qui smettiamo di sorridere , perchè dietro queste piccole assurdità c’è un problema più grande: dopo dieci giorni dall’inizio della scuola mancano ancora insegnanti di sostegno. Nonostante le certificazioni fossero note da tempo, i bambini che hanno diritto a un supporto immediato si ritrovano a dover aspettare. La penna senza punta può far fa ridere, ma la mancanza di sostegno fa male. Perché significa chiedere a insegnanti e famiglie di arrangiarsi ancora una volta.
La scuola italiana è fatta di persone che ci mettono cuore e creatività, ma non può reggersi solo sulla buona volontà. La tecnologia non è un vezzo, è uno strumento di dignità professionale. E il sostegno non è un favore ma un diritto.
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